I punti chiaveAscolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Mentre nel mondo le guerre esplodono», la cultura può essere una chiave di «dialogo e pace». In una giornata difficile, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, in costante contatto con i partner e la Farnesina per monitorare la situazione in Israele, ha riunito a Firenze gli Stati generali della diplomazia culturale con l’obiettivo di dare nuovo impulso a un asset strategico del Sistema Paese: il suo immenso patrimonio storico, artistico e culturale.Tajani: aumenterà il numero degli Istituti italiani di cultura«Nel mondo c’è tanta voglia di Italia e di conoscere il nostro patrimonio: un’opportunità per favorire l’interesse nazionale», con il turismo e l’export, e per «contare di più». «Ecco perché intendo incrementare il numero degli Istituti italiani di cultura, il numero delle scuole italiane e i corsi di lingua italiana nelle università del mondo», ha annunciato il ministro agli 86 direttori e direttrici degli Istituti italiani di cultura riuniti a Palazzo Vecchio, convinto che, «come le ambasciate, possano essere trampolini di lancio per l’internazionalizzazione delle nostre imprese e favorire l’esportazione».Loading…Santanché: fare squadra per riportare l’Italia sul podioLe iniziative non mancano. Tajani ha annunciato che ’Dante Alighieri’ di Pupi Avati sarà proiettato in tutte le sedi degli Istituti di cultura. E in un videomessaggio il regista – che sarà a Tokyo per l’occasione – ha chiesto alle direttrici e ai direttori di essere suoi «complici nel promuovere» il suo film, esortandoli ad avere «la fiducia, l’ambizione, il coraggio, la sfrontatezza che la cultura italiana merita». Le parole del maestro sono state riprese anche dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che ha invitato ad avere «quelle stesse ambizione e spregiudicatezza» nell’aiutare ad attirare sempre più turisti in Italia, scesa al quarto posto del turismo internazionale: «Abbiamo bisogno di voi per promuovere la nostra nazione nel mondo. Abbiamo tutti gli ingredienti: se da domani sapremo fare squadra, non saremo secondi a nessuno e riporteremo l’Italia sul primo gradino del podio».L’importanza del lavoro in rete«Fare rete, lavorare in sinergia con le altre manifestazioni della pubblica amministrazione sul territorio e in Italia» è anche il messaggio che ha voluto imprimere Alessandro de Pedys, Direttore generale per la diplomazia pubblica e culturale. Anche per recuperare risorse che al momento sono “inadeguate”. La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha ricordato, ad esempio, di aver stanziato «50 milioni di euro grazie al ministero degli Affari esteri su una joint partnership tra atenei, soprattutto in alcune porzioni di mondo dove è molto più facile parlare attraverso l’alta formazione, la cultura, l’arte o magari tutte queste tre cose insieme, che in altro modo». Ma bisogna anche proporre «un’offerta diversa per pubblici diversi – ha suggerito De Pedys -, per mostrare un patrimonio che va dall’antichità al contemporaneo, una creatività che non si è fermata al Rinascimento, ma è andata avanti e va avanti tuttora».Più spazio ai giovani e alle nuove forme dell’arteNon solo l’Opera – di cui l’Italia attende il riconoscimento dell’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità -, ma anche più spazio ai giovani e alle nuove forme d’arte. C’è infatti Diodato che fa il pienone a Pechino, i giovani che chiedono alla sede di Londra di imparare la lingua non di Dante ma di Damiano dei Maneskin e che, anche attraverso la band, si affacceranno a un universo di bellezza, cultura, storia.