“Facciamo industria pesante come
fatto nativo ma siamo arrivati qui – siamo i primi tra i Western
countries nel nostro settore – e dobbiamo capire come rimanerci
per dieci anni prossimi”. Dunque, se “il paradigma del sistema
nave sta cambiando”, e “bisogna rimanere pionieri”, occorre
realizzare tre “rivoluzioni: digitale, di transizione
energetica, demografica”. E’ la Fincantieri del futuro come la
immagina il suo a.d. e d.g. Pierroberto Folgiero, intervenuto al
convegno Maritime Ventures.
“In Europa facciamo navi ‘difficili’ ma dobbiamo evolvere,
trascinando la nostra natura navalmeccanica. Dobbiamo portare
avanti la nostra grande famiglia ma con la fame di fare cose
difficili”, ha proseguito Folgiero sintetizzando i passaggi
degli ultimi anni “da navalmeccanici a ingegneri e da ingegneri
all’ integrazione, complicando e aggiungendo nuovi strati al
sistema nave, il cui paradigma sta cambiando”, appunto.
Per Folgiero, Fincantieri deve essere “leader della
transizione energetica, ma non basta costruire una cella a
combustibile, bisogna integrarla a bordo”, ha specificato. Per
quanto riguarda la rivoluzione digitale, l’a.d. ha detto che
occorre “allargare l’ambizione da dominio fisico a logico. Ci
candidiamo a essere fornitori dell’intero sistema nave, non
vogliamo vendere ferro. Dovremo scrivere il codice e diventare
la casa di chi scrive il codice. Non c’è una IA per tutti, serve
una tecnologia pensata per il mare”. Infine, la rivoluzione
demografica: “mano d’opera in questo paese non ce n’è e non si
troverà. Saldatori, muratori non si trovano allora vogliamo
mettere in campo un robot che salda senza togliere lavoro ai
lavoratori italiani. La produzione è il lavoro del futuro,
dobbiamo riportarvi i ragazzi”. Si può fare pensando ad esempio
a chi manovrerà i robot.
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