>ANSA-INTERVISTA/’I problemi ucraini inizieranno dopo la guerra’ Prytula, l’uomo che dona droni all’esercito: ‘Noi fan di Meloni’ KIEV (dell’inviato Mattia Bernardo Bagnoli)”I problemi veri inizieranno quando la guerra sarà finita”. Serhiy Prytula parla all’ombra di una mappa gigante del Paese, tanto hipster, in legno chiaro con i confini delle regioni distinti da led azzurri. È uno degli uomini più popolari dell’Ucraina. Presentatore radio-tv, comico, creatore dell’omonima fondazione che dal 2014 si occupa di raccogliere fondi per l’assistenza umanitaria e la fornitura di mezzi non letali all’esercito. L’attività, dopo l’invasione, è esplosa e al pianterreno si accatastano i pacchi pronti per la spedizione: droni da una parte, kit medici dall’altra. Prytula parla da politico. Lo è, d’altronde. Militava tra le fila del partito Holos e prima del conflitto stava per registrarne uno tutto suo. E confessa un debole per Giorgia Meloni.Ora però l’attenzione è tutta rivolta alla vittoria e all’attività della fondazione, che raccoglie piccole e grandi donazioni tra la gente e le aziende, sia in Ucraina che all’estero. “Stiamo combattendo una guerra totale contro la Russia, un gigante, che usa contro di noi qualunque arma. Il 53% del bilancio ucraino – spiega in un’intervista all’ANSA – è dedicato alle spese militari. E non è abbastanza. Abbiamo il sostegno dei nostri alleati, lo possiamo vedere e toccare.Grazie. Ma non è ancora abbastanza. Ecco perché serve una sinergia tra la società civile, che da noi è forte, e le nostre unità sul campo, fornendo mezzi che il ministero della Difesa o gli alleati non possono dare, per esempio i droni civili cinesi.Noi invece sì e li usiamo al fronte: negli ultimi 18 mesi ne abbiamo procurati 8mila”.La fondazione ha stretto alcune partnership con grandi aziende estere, come l’assicurazione austriaca Uniqa. Molte transazioni vengono dagli Usa e dalla Gran Bretagna. L’Italia non è in classifica. Pazienza, dice. “Ci basta la vostra premier e la posizione assunta dal suo governo. Meloni è incredibile, quando parla dell’Ucraina sembra che condivida il nostro dolore, si appassiona. È importante sapere che non siamo soli e qui siamo suoi grandi fan”. Prytula va oltre. “La scorsa estate ho visitato le unità della brigata internazionale al fronte, nella regione di Kharkiv. C’era pure un ragazzo italiano molto giovane, sui 18-20 anni. Gli ho chiesto perché fosse lì e mi ha risposto ‘combatto per la democrazia’. Ti rendi conto? Uno così va studiato. Dovrebbe stare a sbaciucchiarsi con la fidanzata e invece era in Ucraina a combattere con noi per la libertà. Mi ha molto colpito”.Aneddoti a parte, la vena politica di Prytula (opportunamente stimolata) non tarda a riemergere. “Se siamo qui e si parla di controffensiva è solo perché la società civile si è unita, le differenze fra noi sono cadute. Eppure mantenere questa unità dopo la guerra sarà difficile. Certi politici la vorranno distruggere per tornaconto personale alle elezioni: è terribile pensare a cosa potranno fare”, assicura. I problemi non mancheranno. Dallo “spopolamento” – “ci troveremo con 30 milioni di abitanti” – che provocherà assenza di personale per la ricostruzione, alle “dispute” con i vicini, magari in ottica d’ingresso nell’Unione Europea. “Siamo un grande Paese agricolo, il nostro grano è un problema ora figuriamoci dopo: dopo la guerra ci saranno rapporti difficili tra Ucraina e Polonia, inutile nasconderlo, e son cose di cui dobbiamo cominciare a parlare ora”.In Ucraina, secondo lui, c’è una parte del Paese che vive in una realtà alternativa. “Prendi i deputati, per esempio. L’80% degli ucraini vuole entrare nell’Ue e nella Nato, dunque il loro compito è realizzare questa visione. E che fanno? Votano contro la pubblicazione dei loro redditi, che era nelle richieste dell’Ue”. Messe tutte insieme queste considerazioni fanno già un bel programma elettorale. Prytula for president? “Certo. Nel suo discorso inaugurale Zelensky ha detto che ognuno di noi è il presidente. ‘Slava! (urla a un suo collaboratore nella stanza adiacente) sei presidente?’ “. E quello in risposta: “E come no!”. Divertente. Ma non è una risposta. “Non mi va di parlare di argomenti noiosi”, liquida la faccenda. Almeno per ora.
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