“Quando hanno ucciso mio padre
avevo meno di sedici anni. Il dossier con la condanna a morte
sapete dove è stato recapitato? Sul banco di scuola di mia
sorella che frequentava il mio stesso istituto”. Massimo Coco,
figlio di Francesco, il procuratore generale, originario della
Sardegna, ucciso a Genova dalle Brigate Rosse l’8 giugno 1976
insieme ai due agenti della sua scorta, ricorda quegli anni
davanti ad oltre cento studenti di Cagliari. L’occasione è un
evento organizzato questa mattina nel palazzo di giustizia del
capoluogo in memoria del magistrato vittima del terrorismo, con
l’apposizione di una targa nei corridoi della Procura generale e
un dibattito introdotto dalla presidente della Corte d’appello
Gemma Cucca con interventi, tra gli altri, del procuratore
generale Luigi Patronaggio e dell’ex Pg Ettore Angioni, amico di
Francesco Coco.
Molte le domande dei ragazzi sul terrorismo proiettato dagli
anni Settanta ai giorni nostri. Coco fu il primo magistrato ad
essere ucciso dalle Br, che decretarono la sua condanna a morte
perchè non accettò di trattare con loro, negando la
scarcerazione di alcuni brigatisti in cambio di quella del
magistrato Mario Sossi, sequestrato e ostaggio nelle mani delle
stesse Br.
“Il fondamento del terrorismo sta in un pensiero totalizzante
– ha sottolineato Patronaggio – nell’ideologia che acceca la
ragione, nella incapacità di ragionare secondo canoni di logica,
secondo gli insegnamenti della democrazia, ragionare per
ideologie, per un pensiero totalizzante di parte che oscura
tutto e che non fa capire dove sta il bene e dove sta il male.
Io penso che questo pensiero totalizzante e il peso delle
ideologie sia sempre presente e sia un rischio anche oggi”.
“Per voler attualizzare questa problematica, in questi giorni
– ha ricordato il Pg – abbiamo visto questo scontro tutto
ideologico delle piazze fra pro palestinesi e pro israeliani.
Ognuno si muove su questi due campi secondo una logica
totalizzante: tutto giusto da una parte, tutto giusto dall’altra
parte. Non riconosco le ragioni del mio avversario, di chi la
pensa diversamente”.
Parole condivise dal figlio del procuratore ucciso dalle Br.
“Purtroppo la storicizzazione di quello che è successo che vedo,
si ripete anche in questo momento. Il fascismo, per esempio,
sembra così lontano eppure ancora oggi è una ferita. Sì, certo,
questa è l’ideologia. Allora, il terrorismo che cos’è? È un
fenomeno criminale diffuso, un cancro – ha chiarito Massimo Coco
-, una malattia che dobbiamo combattere. Ed è camaleontico, cioè
si rigenera. Alla base c’è quell’ideologia totalizzante, una
pretesa di avere tutte le ragioni”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA