(di Chiara Venuto)
Una storia di passione e ostinazione
in un mondo in cui l’uguaglianza di genere era ancora un’utopia.
È quella di Gertrude ‘Trudy’ Ederle, nuotatrice statunitense
nata a New York nel 1905, la prima donna ad attraversare la
Manica a nuoto. La ragazza del mare (Young Woman and the Sea),
uscito il 19 luglio su Disney+, racconta la sua avventura,
dall’infanzia fino alla traversata dalla Francia
all’Inghilterra. Passando anche dall’oro nella staffetta 4×100 e
il doppio bronzo nei 100 e 400 stile libero alle Olimpiadi di
Parigi del 1924: una vera ispiratrice per i nuotatori
statunitensi di oggi, prima tra tutti Katie Ledecky, che –
proprio come Ederle cent’anni fa – va a caccia di record in
acqua ai Giochi 2024.
La vita di Trudy (Daisy Ridley) era sempre stata difficile.
Da bambina aveva dovuto combattere contro il morbillo, malattia
che le avrebbe fatto perdere l’udito. E, se a quei tempi una
donna doveva affrontare tante sfide per avere le stesse
opportunità di un uomo, lei aveva scelto di porsene davanti
ancora di più. Appassionata di nuoto, il suo percorso verso il
professionismo fu pieno di ostacoli imposti dalla società.
Anche per questo, come in una nota pubblicità che ritorna a
ogni Olimpiade, anche Ederle avrebbe potuto dire un sentito
“Grazie, mamma”. Nella chiave di lettura data nel film, infatti,
è la madre (Jeanette Hain) a insistere con il marito perché le
sue figlie imparassero a nuotare. Anche se lei per prima (e più
avanti nella storia si capisce perché) era terrorizzata all’idea
di farlo.
Da allora al fianco di Trudy ci saranno anche la sorella
(Tilda Cobham-Hervey) e la prima allenatrice (Sian Clifford).
Meno di supporto, invece, il mondo del nuoto, che non apprezza
l’ostinazione della protagonista. Tant’è che l’allenatore che le
è stato assegnato per l’attraversamento della Manica, Jabez
Wolffe (Christopher Eccleston), si rivela pieno di invidia, e un
suo gesto causa il fallimento del primo tentativo. Sarà con
l’aiuto di Bill Burgess (Stephen Graham) e con il giusto
supporto morale che Ederle riuscirà nell’impresa, tra suspense e
poesia.
La ragazza del mare, ispirato al libro Young Woman and the
sea: How Trudy Ederle conquered the english channel and inspired
the world di Glenn Stout, è diretto da Joachim R›nning.
Produttrice esecutiva, oltre che attrice protagonista, è Daisy
Ridley, nota anche come la Rey della trilogia sequel di Star
Wars.
“Sono molto felice di essere Trudy – spiega Ridley – è il
personaggio più gioioso che io abbia mai interpretato. Poi è
bello che il film racconti sia la storia di una famiglia così
legata che quella, più grande, del nuoto di allora e com’è stato
cambiato dal suo gesto”. Per il film, l’attrice ha dovuto
imparare a nuotare in modo più simile allo stile di Ederle. “In
realtà all’inizio avevo mentito un po’ nel mio curriculum, dove
avevo scritto che ero più brava – ride – però prima e durante le
riprese ho fatto lezioni e sono molto migliorata”.
“Non potevo chiedere una partner di riprese migliore quando
siamo stati in mare aperto”, commenta Joachim R›nning. Le scene
durante la traversata sono state girate nel mar Nero. “Era un
ambiente molto stressante, l’acqua era fredda – continua – il
che ci ha fatto ben capire quanto fosse stato difficile ai tempi
per Trudy”. Prima di leggere il libro a cui è ispirata la
biografia, però, R›nning non conosceva questa storia. “Sono
rimasto scioccato da questo – riflette – è un evento così
importante per lo sport femminile mondiale”.
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