Matteo Messina Denaro “era molto
preoccupato del dopo” e “cercava di sapere con chiarezza quanto
tempo gli rimaneva ancora da vivere”. Lo ha detto, deponendo in
aula davanti al Tribunale di Marsala, Antonella Marchese, uno
dei tre medici oncologi della clinica “La Maddalena” di Palermo
ascoltati come testi citati dalla difesa nel processo ad Alfonso
Tumbarello, 71 anni, ex medico di base di Campobello di Mazara.
Il dottore è accusato di concorso esterno in associazione
mafiosa e falso in atti pubblici per avere redatto numerosi
certificati medici a nome di “Bonafede Andrea”, classe ’63, per
consentire al capomafia castelvetranese Matteo Messina Denaro,
poi deceduto, di potersi curare.
I tre medici – Antonella Marchese, Chiara Ancona e Antonio
Testa – hanno dichiarato di aver conosciuto il paziente come
Andrea Bonafede. “L’ho conosciuto – ha ricostruito la dottoressa
Marchese – durante i trattamenti chemioterapici a cui si
sottoponeva. L’ho incontrato più volte durante quel periodo. Al
termine della chemioterapia veniva rilasciata una relazione con
le varie prescrizioni. Il paziente veniva contattato dalla
struttura il giorno prima dell’appuntamento per la terapia. Il
rapporto era di tipo normale fra paziente-medico che si
incontrano ogni 14 giorni. Non ha mai richiesto un certificato
Inps. Si presentava come una persona benestante, ben vestito,
con abiti firmati. Era sempre da solo. Ogni tanto, parlava di
una figlia”.
“Ho visto il paziente tre o quattro volte – ha invece
dichiarato Chiara Ancona – durante il trattamento
chemioterapico. Ho fatto delle prescrizioni al domicilio e
relazioni sulle terapie da seguire a casa. Non ho avuto rapporti
diversi da quello medico paziente”. Il dottor Antonio Testa,
infine, ha detto di averlo avuto in cura per “tre o quattro
mesi” e di avere scoperto che si trattava del boss mafioso
Matteo Messina Denaro “solo il giorno dell’arresto”.
Aggiungendo: “Si erano creati dei normali rapporti
medico-paziente” e lui “si presentava molto educato”.
Altri due medici non si sono presentati e saranno nuovamente
citati per l’udienza del 16 settembre. Lunedì prossimo, intanto,
dovrebbero essere ascoltati altri quattro testi della difesa,
rappresentata dagli avvocati Gioacchino Sbacchi e Giuseppe
Pantaleo. Tra le parti civili anche l’Ordine provinciale dei
medici, rappresentato dall’avvocato Giuseppe Novara.
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