Prenderà il via ufficialmente
sabato sera alle 20.45, con una celebrazione in Cattedrale a
Ravenna la fase diocesana del processo di beatificazione di don
Giovanni Minzoni, il parroco di Argenta (Ferrara), ucciso cento
anni dai fascisti fa per la sua opera educativa e testimonianza
verso i giovani.
Formalmente il processo era partito in agosto con
l’accettazione da parte dell’arcivescovo, monsignor Lorenzo
Ghizzoni del “supplex libellus”, la richiesta formale dell’avvio
dell’inchiesta da parte del postulatore, padre Gianni Festa. Ma
la celebrazione del 7 ottobre sarà un’azione liturgica che
rappresenta l’apertura simbolica ed ecclesiale del processo.
Durante la Veglia, che sarà presieduta dall’arcivescovo, ci
sarà anche il giuramento dei membri del tribunale incaricato di
raccogliere le testimonianze sulla fama di santità e martirio
del sacerdote, del postulatore e del vicepostulatore della
causa. Da sabato, don Minzoni potrà essere chiamato “servo di
Dio”.
La fase diocesana del processo ha l’obiettivo di raccogliere
tutto il materiale documentale e le testimonianze sulla fama di
santità di don Minzoni, poi i risultati verranno inviati alla
Congregazione per le Cause dei Santi a Roma e, se il percorso
proseguirà, potrebbe aprirsi per don Minzoni la fase romana del
processo, al termine della quale Papa Francesco potrebbero
decretarne la beatificazione. Non si tratta di passaggi
automatici ma di un percorso che richiederà anni e molte
verifiche e valutazioni.
La scelta dei promotori della causa, la diocesi di
Ravenna-Cervia, l’Agesci, l’associazione guide e scout cattolici
italiani, il Movimento adulti scout cattolici italiani (Masci)
gli Scout d’Europa (Fse) e la parrocchia di Argenta, è stata
quella di avviare la causa di beatificazione per fama di
martirio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA