(di Mauretta Capuano)
Pablo Picasso poeta e straniero nella
Parigi del 1900, dove al suo arrivo viene schedato dalla
polizia. A farci scoprire questi aspetti sconosciuti del grande
artista creatore di Guernica è la scrittrice e storica francese
Annie Cohen-Solal che il 5 settembre sarà a Mantova per
inaugurare l’imperdibile mostra da lei curata con Johan
Popelard, Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza. Lo stesso
giorno al Festivaletteratura Annie Cohen-Solal parlerà del suo
libro ‘Picasso. Una vita da straniero (Marsilio), Premio Femina
Essai 2021, in dialogo con Niccolò Ammaniti, autore di un brano
ispirato al volume in cui l’autrice si chiede: “Lo scandalo che
vede il maggiore artista del Novecento marchiato perché
straniero, non rimanda forse agli attuali rigurgiti d’ordinaria
xenofobia?”.
Prodotta dalla Fondazione Palazzo Te con la collaborazione
del Museo Nazionale Picasso di Parigi e della famiglia
dell’artista, la mostra propone cinquanta opere di Picasso, tra
cui alcuni dipinti esposti per la prima volta in Italia, che si
potranno vedere fino al 6 gennaio 2025. Nella poesia e nel mondo
dei poeti Picasso trova i mezzi per superare gli ostacoli legati
alla sua condizione di straniero. Nel 1930, quattrocento anni
dopo la realizzazione della Camera dei Giganti a Mantova,
l’artista crea una serie di incisioni dedicate alle Metamorfosi
di Ovidio. Tra le opere La Caduta di Fetonte, l’amore di Giove e
Semele, la morte di Orfeo, Polissena sulla tomba di Achille,
incisioni e disegni con cui si apre l’esposizione in dialogo con
uno straordinario e mai esposto vaso etrusco, in prestito dalla
Fondazione Rovati di Milano, dedicato al tema della metamorfosi
e al viaggio dell’anima nel mondo dei morti.
Picasso straniero a Parigi… accolto dai poeti viene
raccontato anche attraverso un corpus di disegni, sculture,
oggetti e documenti, come il prezioso Diario-Agenda di Guillaume
Apollinaire, a cui l’artista dedica nell’ottobre 1928 un
progetto di monumento, due ritratti di Max Jacob che insegna a
Picasso la lingua francese con le poesie di Verlaine e Rimbaud.
Con la prima guerra mondiale Picasso diventa una vittima
collaterale dell’ondata xenofoba che travolge la Francia e sarà
il poeta Jean Cocteau a dargli la possibilità di firmare un
contratto come costumista e scenografo nella compagnia dei
Balletti Russi di Sergej Diaghilev.
Dal 1935 in poi, quando attraversa una grande crisi personale
e professionale, la poesia diventa per Picasso una vera e
propria pratica creativa, esplorata nella a sezione Quando
Picasso diventa Poeta: la Salvezza. Scrive in francese, catalano
e castigliano, realizzando con i molteplici esperimenti del
linguaggio quello che aveva prodotto con la pittura e la
scultura: ibridazioni, passaggi e vari incroci punteggiano le
sue poesie. Dipinti come come Donna sdraiata che legge (21
gennaio 1939), Sta nevicando al sole (10 gennaio 1934) o il
bronzo Metamorfosi I del 1928 mostrano l’effetto salvifico della
pratica letteraria.
La mostra si chiude con una sala dedicata a La metamorfosi
vissuta come strategia in cui spicca il confronto di Picasso con
il suo alter ego Minotauro, rappresentato da un grande arazzo in
prestito dal Museo Picasso di Antibes che dialoga con una statua
in marmo proveniente dal Museo Nazionale Romano.
Conosciuta per le sue biografie di Jean-Paul Sartre, del
gallerista newyorkese Leo Castelli, dei pittori Mark Rothko e
dello stesso Picasso, Annie Cohen-Solal cura anche la mostra
Picasso lo straniero, a Palazzo Reale di Milano, dal 20
settembre 2024 al 2 febbraio 2025, co-prodotta con Marsilio
Arte.
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