“Domani vado in Lussemburgo per il Consiglio Ambiente (della Ue, n.d.r.). A dicembre scade il price cap sul gas, io chiederò che sia rinnovato per un anno”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, alla Festa dell’Ottimismo del Foglio a Firenze. “Il rinnovo per un anno del price cap” sul gas, ha aggiunto Pichetto a margine del suo intervento, “significa avere una spada di Damocle di sospensione delle quotazioni, qualora qualcuno esageri con il profitto e le speculazioni. Ed è un rischio che c’è sempre nel mercato mondiale”.
“Sono convinto che non sarà lo Stato a dover impiantare la centrale nucleare, ma saranno i consorzi delle imprese, fra dieci anni, se ci saranno gli small modular reactor da 350 megawatt, che chiederanno di impiantare quella centrale, con quella produzione, che darà quelle determinate garanzie di sicurezza. E sarà lo Stato a dover controllare che ci siano le garanzie di sicurezza” ha spiegato il ministro dell’Ambiente.
“L’Italia è un grande Paese trasformatore, l’obiettivo di decarbonizzazione può essere un brand per il nostro Paese: va cavalcato” ha aggiunto Pichetto Fratin. “La ragione per essere ottimisti è che cerchiamo di essere il più razionali e realistici possibile” ha sottolineato il ministro che ha spiegato che le “conseguenze” del cambiamento climatico sugli equilibri economici “ci sono. Pensate a quanta Co2 è stata mandata in aria tra striscia di Gaza, Israele e quali sono le conseguenze rispetto al mercato dell’energia, alle azioni che dobbiamo svolgere perché il percorso energetico è uno dei percorsi principali verso la decarbonizzazione”.
“E’ aperto il trilogo in ambito europeo rispetto alle cosiddette case green. Vedo con soddisfazione che la conclusione sta arrivando dove ero arrivato io un anno fa. Con un po’ di soddisfazione, mi sono tolto il dente” ha detto il ministro dell’Ambiente. Sul Superbonus al 110%, ha aggiunto Pichetto, “la posizione è chiudere le partite che sono arrivate al 70-80% e chiudere quell’esperienza. E’ stata un’esperienza importante per un ragionamento che va fatto a livello di riforma fiscale, come disegno-paese rispetto all’obiettivo di decarbonizzazione delle case. Bisogna dotarci di strumenti fiscali che devono accompagnare gli interventi, perché un sistema di 31 milioni di fabbricati, 21 dei quali milioni oltre la classe D, da solo non ci arriva”.
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