Ha incassato 50mila euro, legato
di un’anziana che nel testamento si era ricordata di lui “in
segno di riconoscenza per le cure che sempre mi ha prestato con
grande competenza professionale”. Ma il beneficiario, uno
psichiatra oggi in pensione che lavorava per l’Asst e che quindi
era un dipendente pubblico, è stato condannato dal giudice di
Cremona a restituire la somma perché secondo le norme del Codice
di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni,
non avrebbe dovuto nemmeno accettarla. Secondo il quotidiano che
oggi ne ha dato la notizia, ‘La Provincia di Cremona’, è la
prima sentenza del genere in Italia.
“Le ragioni ispiratrici delle menzionate disposizioni
normative sono chiare – scrive il giudice -: evitare il
mercimonio dei servizi pubblici (quale è il servizio sanitario
nazionale), assicurare a tutti gli utenti un servizio omogeneo e
qualitativamente costante; garantire la diligenza e la lealtà
del dipendente che svolge il servizio pubblico in modo
disinteressato e indifferenziato nei confronti degli utenti del
servizio, conseguentemente, garantire l’imparzialità dell’azione
amministrativa e così l’immagine e il prestigio della pubblica
amministrazione – che non eroga i propri servizi, o comunque
migliori servizi – ai soggetti disposti ad elargire utilità agli
esercenti i servizi di interesse generale in questione” .
Lo psichiatra in pensione è stato condannato a mettere a
disposizione della Asst i 50mila euro più “gli interessi nella
misura del tasso legale dalla data della domanda al saldo
effettivo”.
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