I punti chiaveAscolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Tutte le sinagoghe e tutti i luoghi di riunione e i quartieri dove c’è una maggioranza di popolazione ebraica sono particolarmente sorvegliati e protetti. É chiaro che l’Italia non sottovaluta i rischi. Ci sono anche i controlli su coloro che arrivano attraverso l’immigrazione regolare e irregolare per impedire che si infiltrino terroristi. Questo certamente». Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio Rtl rispondendo a una domanda sul rischio di attentati in Italia alla luce della situazione a Gaza.Non è mai stato sottovalutato il rischio attentati«Ieri c’è stato un comitato dell’ordine della sicurezza pubblica presieduto dal ministro Piantedosi che sta lavorando 24 ore su 24 per far sì che i servizi di intelligence e le forze dell’ordine siano particolarmente impegnati – ha aggiunto il ministro -. Dalla Polizia ai Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia penitenziaria sono certamente con occhio attento e vigile per valutare se ci sono rischi apparenti o non. Comunque non è mai stato sottovalutato in Italia il rischio di possibili attentati e il rischio che qualche esaltato si trasformi lui in terrorista, magari seguendo Internet».Loading…Attualmente non ci sono rischi imminentiAttualmente, ha concluso Tajani, «non ci sono rischi imminenti, le cose possono cambiare, non bisogna drammatizzare ma neanche sottovalutare. Le nostre forze dell’ordine sono al lavoro con grande impegno e determinazione. Lo stesso stanno facendo i nostri servizi di sicurezza». Ingiusto vietare manifestazioni pacifiche«La Francia fa le sue scelte ma credo che in Paese democratico vietare le manifestazioni quando non sono violente non sia una cosa giusta», ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Rtl 102.5, commentando la decisione di Parigi di vietare le manifestazioni pro-palestinesi in Francia. «Ci sono state manifestazioni pacifiche negli Stati Uniti – sottolinea – che è il Paese più impegnati nella difesa di Israele. Anche in Gran Bretagna si sono svolte. Quando poi diventano violente o una minaccia alla sicurezza è un’altra cosa».Ostaggi non solo in mani Hamas, lavoriamo per liberarli«Stiamo lavorando da giorni per un ritorno degli ostaggi» in Medioriente, «sono stato in Egitto e in Giordania e siamo in costante contatto con molti Paesi arabi, con il presidente del Consiglio in prima persona», ha detto il ministro degli Esteri da Bolzano. «Non è facile – ha ammesso – perché non sono solo nelle mani di Hamas ma nelle mani di più organizzazioni fiancheggiatrici di Hamas».