Non è servita neanche
l’introduzione da parte del governo dell’ennesima variante al
tipo di cambio ufficiale a calmare la sete di dollari del
mercato argentino.
Nell’ultima settimana la quotazione del biglietto verde è
tornata infatti a riprendere quota, dopo un periodo di relativa
calma, raggiungendo venerdì un nuovo record e superando gli 800
pesos tanto nel mercato nero come in quello legale dello scambio
di titoli (dove vengono acquistati in pesos titoli quotizzati in
dollari), arrivato a 823 pesos per dollaro.
Il differenziale con la quotazione ufficiale, ferma a 365
pesos, ha toccato in questo modo il 129%, toccando anche in
questo caso un numero record.
Il ministro dell’Economia, Sergio Massa, annunciando
l’introduzione di un “dollaro speciale” riservato agli
esportatori di petrolio (battezzato dollaro “Vaca Muerta”), si
era auspicato all’inizio della settimana di “arrivare alle
elezioni di ottobre con stabilità nei mercati finanziari”.
Ma è proprio per le incertezze che implica l’attuale
orizzonte elettorale unitamente al contesto di estrema fragilità
finanziaria in cui permane la Banca Centrale che il dollaro
continua a rappresentare il bene più ambito da risparmiatori e
speculatori.
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