Al termine di quattro ore di
requisitoria, la pm Maria Rita Pantani ha chiesto condanne per i
dieci agenti di polizia penitenziaria imputati nel processo sul
pestaggio, subito da un detenuto in carcere a Reggio Emilia, il
3 aprile 2023: cinque anni e otto mesi per un poliziotto
accusato di tortura lesioni e falso, cinque anni per sette
agenti accusati di tortura e lesioni e due anni e otto mesi per
altri due, che rispondono solo di falso.
Il detenuto tunisino fu incappucciato con una federa stretta
al collo, sgambettato, denudato e picchiato con calci e pugni,
anche quando era in terra, e calpestato. Poi fu portato in
cella, nuovamente picchiato e lasciato nudo dalla cintola in giù
per oltre un’ora, malgrado nel frattempo si fosse ferito e
sanguinasse. Tutto è stato documentato da un video delle
telecamere interne al carcere, agli atti dell’inchiesta,
mostrato durante la requisitoria nell’aula a porte chiuse dove
si celebra il processo in rito abbreviato davanti alla Gup del
Tribunale di Reggio Emilia, Silvia Guareschi. La pm ha definito
quanto successo in carcere “una azione brutale, punitiva
preordinata, di violenza assolutamente gratuita” e ha spiegato
che le lamette (che avrebbe avuto con sé il detenuto) non sono
mai esistite e sono state utilizzate solo per costruire una
linea difensiva.
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