Un film in uscita, sul set di un
altro, tanto teatro e presto di nuovo in tv come protagonista di
una serie tv. Sono i progetti di Alessio Vassallo, uno dei
giovani talenti della scena italiana.
“Sta per uscire (il 18 luglio, ndr) Indagine di una storia
d’amore e inizierò a breve una serie molto importante da
protagonista per Rai 1 su una tematica molto delicata” racconta
all’ANSA Alessio Vassallo a margine dell’inaugurazione della
mostra fotografica ‘Omaggio a Marcello a cura di Daniele
Luxardo. E’ a Siracusa per la sedicesima edizione di Ortigia
Film Festival e questa sera dialogherà con il critico Steve
Della Casa, sui luoghi e sul cinema di Andrea Camilleri lui che
è stato il Mimì Augello ragazzo nel Giovane Montalbano accanto a
Michele Riondino.
Sul progetto in Rai non vuol dire di più, non può dire di più
ma Vassallo non è nuovo ai temi spinosi e non ha paura a
parlarne, che siano bullismo o ludopatia come di depressione.
L’attore ha da poco portato in scena al Piccolo Teatro La
concessione del telefono di Andrea Camilleri, una tragicomica
avventura per l’attivazione di una linea telefonica nella
Sicilia di fine Ottocento e “ci torneremo con Il Male Oscuro” di
Giuseppe Berto con lo Stabile di Palermo e lo Stabile di
Caserta, anticipa. “Parlare della depressione è molto
importante, è il male dei nostri tempi. Non dico di averne
sofferto però alcune volte soffro d’insonnia e prendo delle cose
per aiutarmi a dormire, insomma facendo questo mestiere ne sono
entrato in contatto – si apre Vassallo – Tante persone vicino a
noi, noi stessi siamo toccati dal vento della depressione e non
ce ne rendiamo conto”. Veniva chiamato ‘male oscuro’ perchè non
era nemmeno stata coniata una parola per descriverla “e ancora
oggi è come se non l’avessimo accettata, se dici di averne
sofferto vieni guardato con sospetto ed è assurdo nel 2024. La
depressione fa paura perchè tocca ognuno di noi, sai che è
dietro l’angolo, per questo fa paura anche parlarne” e per
questo ripete più volte il giovane attore sta indagando questa
tematica e il teatro, è convinto, saprà parlare alle persone: “I
teatri sono pieni e i cinema no” conclude.
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