«In un’Europa che lentamente cerca di mettere ordine nei suoi conti, l’Italia si distingue, purtroppo, per la direzione opposta. Il nuovo rapporto Eurostat è un bollettino che suona come un campanello d’allarme: il nostro Paese è secondo solo alla Grecia per rapporto debito/Pil, inchiodato al 135,3%. Peggio di noi solo Atene con il suo eterno fardello al 153,6%. Dietro, ma in crescita, Francia, Belgio e Spagna».
A dirlo è Antonio Visconti, presidente Ficei, la Federazione dei consorzi industriali italiani.
«Se il deficit italiano al 3,4% ci pone “solo” al decimo posto tra i 27 Paesi Ue, è la dimensione strutturale del debito a preoccupare: in un contesto di tassi alti e crescita stagnante, questa mole rischia di stritolare ogni margine di manovra economica. Altro che riduzione fiscale o investimenti strategici: siamo costretti a inseguire i mercati, non a guidarli».
Per invertire la rotta, aggiunge Visconti, «servono misure shock: un piano straordinario di dismissioni patrimoniali, la riduzione dell’evasione fiscale tramite incrocio dei big data, e una revisione della spesa pubblica basata su efficienza e digitalizzazione. Ma soprattutto, serve una nuova politica industriale che punti all’efficienza energetica e al potenziamento dell’export verso l’Est Europa e il Medio Oriente. Perché – conclude – mentre l’Europa avanza con cautela, noi restiamo impantanati. E a ogni punto percentuale di Pil perso, il nostro debito si fa più pesante».