«L’Italia sembra essere diventata il portinaio del “condominio Europa”. Un custode – nominato da altri, peraltro – cui è stato affidato l’ingrato compito di controllare se nel palazzo Ue arrivano stranieri indesiderati o di soccorrere quelli che si fanno male in strada. Il nostro Paese non può ridursi a questo ruolo marginale mentre altre nazioni, sedicenti blasonate, osservano dai piani alti il traffico sottostante riprendendoci e punendoci se non rispondiamo subito ai loro desiderata».
Lo afferma Alexandro Maria Tirelli, presidente del partito «Libertà, giustizia, repubblica».
«L’Unione Europea continua a professarsi vicina al Bel Paese ma in realtà, alla fine dei conti, fa ben poco oltre alle chiacchiere. Il nostro governo deve necessariamente sganciarsi da una politica fatta di proclami ma di poca concretezza in tema di gestione dei migranti. L’Italia ha già limitate risorse finanziarie, tra le migliaia di emergenze che deve affrontare ogni giorno, e non può farsi carico da sola di accogliere anche coloro che illegalmente decidono di infrangere ogni legge del diritto internazionale per approdare sulle nostre coste. Il decreto flussi, reso pubblico ieri, è solo un primo passo ma è insufficiente per disciplinare una situazione divenuta ormai critica. Bisogna intervenire prima che ci siano nuove tragedie come quelle di Cutro che non è certo una strage di Stato, come qualcuno ha improvvidamente dichiarato, ma un dramma umanitario che viene sfruttato a fini politici in maniera ignobile dalla sinistra e che ha nell’Ue il proprio centro di responsabilità politica» sottolinea Tirelli.
«Solo in Italia si assiste a vacue battaglie ideologiche sul tema dell’immigrazione clandestina. Bisogna tutelare i confini del nostro Paese come fanno in ogni parte del mondo. Gli Stati Uniti non ci penserebbero due volte a difendersi da un’invasione di massa da parte dei messicani. La Gran Bretagna alzerebbe, sicuramente, la voce se si trovasse sulle sue coste centinaia di barconi ogni giorno. Così come la Spagna, che pone dei limiti rigidi agli arrivi dai paesi stranieri» continua il leader del partito. Che propone: «Serve una Polizia dei Confini che prenda il posto, come forza di polizia unica, di quelle oggi dipendenti dai vari ministeri (guardia di finanza, guardia costiera, carabinieri) col compito specifico di contrastare l’immigrazione illegale sia per mare sia per terra. Sarebbe una semplificazione organizzativa, gestionale e anche e soprattutto burocratica enorme».
«Libertà, Giustizia, Repubblica – conclude – ritiene che i confini nazionali siano inviolabili e non assoggettabili ad alcuna strumentalizzazione ideologica. L’esodo indiscriminato di migranti economici dall’Africa e dal Medio oriente non può trovare diritto di cittadinanza nel nostro ordinamento. La nostra nazione ha il dovere morale, anzi, di dare priorità migratoria agli oriundi italiani che, nel mondo, premono da decenni per entrare nello Stivale. Persone che, soprattutto in Sud America, cercano di ottenere la cittadinanza italiana per discendenza avendone pieno diritto; un diritto che però, incredibilmente, non viene riconosciuto dalle autorità che preferiscono concentrarsi sui migranti africani, che lasciano la loro terra attirati da chissà quali promesse. Diamo la priorità ai nostri fratelli d’Oltreoceano che, oltretutto, hanno anche la nostra stessa base culturale e il nostro stesso sangue».