«La transizione energetica in atto è irreversibile e rappresenta una grande opportunità non solo per decarbonizzare i processi produttivi e migliorare l’impatto ambientale e la sostenibilità delle imprese, ma anche per rilanciare l’economia italiana». Lo afferma Antonio Visconti, presidente dell’Asi di Salerno e della Federazione italiana consorzi enti industrializzazione, commentando le parole del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha invitato le regioni a fare la propria parte per lo sviluppo delle energie alternative.
«Le fonti energetiche rinnovabili – spiega Visconti – possono finalmente dare all’economia italiana l’opportunità di emanciparsi dalla dipendenza dalle fonti fossili esterne e dare maggiore competitività alle imprese, affrontando la sfida della transizione industriale. Inoltre, esse permettono di cogliere i benefici derivanti dagli investimenti che questa trasformazione porterà. È chiaro, però, che le rinnovabili richiedono un mix di fonti energetiche: non è più possibile immaginare di basarsi su una sola fonte, come accadeva in passato».
«L’indicazione del Ministro – sottolinea ancora -, che richiede uno sforzo da parte dei territori, delle amministrazioni, trova pieno sostegno della Federazione delle Aree Industriali che da sempre si sono messe a disposizione per dare un supporto nell’individuazione delle aree idonee, nell’iter delle procedure amministrative per l’installazione dei pannelli sui tetti, delle pensiline nelle fasce a 500 metri dalle aree industriali nell’ambito del fotovoltaico. Però c’è da tener conto anche delle caratteristiche dell’Italia. Caratteristiche che impongono un mix di fonti. L’idroelettrico dove si può fare. Il geotermico, che rappresenta una sfida importante soprattutto in Italia dove potrebbe avere notevoli applicazioni proprio per le caratteristiche del sottosuolo del nostro Paese. Anche e soprattutto in Campania ci sono degli studi importanti che ci spiegano che potrebbe essere implementato l’utilizzo di questa fonte».
Bisogna tenere in considerazione, però, un compendio di fattori. «Come la fragilità del nostro sistema Paese che è sicuramente ricco di scenari paesaggistici, ma anche culturali e artistici, e non si può scegliere una strada a danno di tutto il resto. È opportuno andare, in prima battuta, dove i fabbisogni e i consumi sono maggiori, appunto nell’industria, ed è lì che occorre spingere, rafforzando il piano Transizione 5.0, snellendo ancora di più le procedure di insediamento, ma soprattutto rispettando quelle che sono le peculiarità delle aziende e recuperare così tutti gli ambiti secondari. Si potrebbe rispolverare l’idea di utilizzare le fasce di rispetto autostradale, le fasce di rispetto ferroviario. Si può, e si deve, intervenire con intelligenza in tutti quegli ambiti già a disposizione. La sostenibilità è anche questo, fare tanto con poco. L’idea di tracciare sentieri di fotovoltaico lungo le reti autostradali o ferroviarie può essere un’opportunità che dà anche la misura della dimensione degli interventi possibili. Senza dimenticare, naturalmente, le altre fonti rinnovabili» conclude Visconti.